venerdì 17 febbraio 2017

Scissione si, scissione no

Mi sono iscritto al Partito Democratico nel 2015, ho rinnovato la tessera anche per il 2017, l’anno del Congresso. L’ho fatto perché condivido i principi e i valori che ne sono a fondamento, condivido il programma con il quale si è presentato alle ultime elezioni politiche, condivido l’azione di governo fin qui svolta, ho letto e sottoscritto lo Statuto e il Codice etico. Sono convinto che poteva fare di più, che poteva fare di meglio, e su alcune questioni ho opinioni diverse, ciò nondimeno sono consapevole della difficoltà che si incontrano ogni qual volta si prova a cambiare qualcosa in questo paese complicato. Tutto ciò dovrebbe spingerci – noi iscritti, perlomeno – a fare di più e di meglio. Vedo invece che c’è una parte che rema contro, e non ora, ma dall’inizio. Che non accetta le regole democratiche che ci siamo date, che dicono che tutti hanno libertà di dire la propria e che dopo aver provato a comporre una sintesi si debba passare a prendere decisioni con la regola della maggioranza. E che così come l’adesione al partito, e al metodo democratico, sono frutto di libera scelta, con la stessa libertà – se il dissenso è profondo e inconciliabile, o per qualsiasi altro motivo – c’è la libertà di andarsene, di approdare ad altri lidi o di lasciare la politica. Con tutta tranquillità e rispetto. Cosa che pare che non accetti la cosiddetta ‘minoranza dem’, che ha la bizzarra pretesa di voler dettar legge alla maggioranza. Ma le cose non funzionano così. Nemmeno la demonizzazione del segretario in carica funziona, se con lui è la maggioranza del partito, e il sottoscritto. Così, presi da patriottico furore e con lo sguardo rivolto al sol dell’avvenire , costoro si apprestano a una plateale fuoriuscita, confidando sulla grancassa dei media che gongolano ad ogni loro passo. Non si avvedono costoro che così aprono la strada, anzi l’autostrada, al populismo nevrastenico di Grillo e a quello xenofobo di Salvini? Tranquilli, hanno già pronta la risposta: è tutta colpa di Renzi. Anziché replicare a tanta profondità di pensiero dico a costoro: almeno ‘lasciamoci così senza rancor’, come dice un’antica canzone. 
Marino Contardo     

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